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La sharing mobility alla conquista degli italiani

Negli ultimi anni la mobilità condivisa ha letteralmente conquistato gli italiani, soprattutto nelle grandi città dove si sono concentrati i principali operatori. Niente assicurazione, nessun costo di carburante, nessuna spesa improvvisa in caso di guasto del mezzo, nessuna perdita di tempo nel traffico (se si scelgono alternative quali bici o scooter) o nella ricerca del parcheggio, dato che spesso esistono aree riservate. Senza dimenticare che la condivisione consente di ridurre l’inquinamento e di migliorare la qualità della vita, anche di quella sociale. Accedere al servizio è facile, basta un’app per cercare il mezzo desiderato, prenotarlo e farlo partire; basta, poi, una carta di credito per il pagamento del servizio.

Se da un lato sempre più individui preferiscono servizi temporanei di mobilità all’utilizzo del proprio mezzo, dall’altro l’innovazione tecnologica e lo sviluppo di applicazioni dedicate consentono la diffusione di imprese che facilitano la condivisione di veicoli o di tragitti.

La sharing mobility non deve essere considerata come un’alternativa ai servizi di trasporto pubblico, che sono invece complementari e vanno, quindi, potenziati. Anche questa tipologia di servizi condivisi, per così dire tradizionale, è partecipe del processo d’integrazione delle diverse opzioni di trasporto che risponde alla tendenza generale di concepire la mobilità come un servizio integrato e multimodale.

Sono 5 le caratteristiche chiave della mobilità condivisa:

  1. condivisione di un servizio di mobilità
  2. uso delle piattaforme digitali
  3. disponibilità secondo le necessità, flessibilità d’uso, scalabilità
  4. interattività, community e collaborazione
  5. sfruttamento della capacità residua (in termini di posti liberi e non utilizzo)

Dal Secondo Rapporto Nazionale sulla Sharing Mobility emerge che nel triennio 2015-2017 i principali servizi di mobilità condivisa (car sharing, bike sharing, scooter sharing, carpooling, aggregatori – journey planners) sono aumentati mediamente del 17% all’anno. Le Regioni del Sud hanno registrato una crescita più forte, pari al 57% nel triennio (31% sia per il Centro che per il Nord), anche se il 58% dei servizi totali, 357 al 31 dicembre 2017, è concentrato nelle Regioni del Nord Italia. Dei 357 servizi di mobilità censiti il 76% è rappresentato da servizi di bike sharing, seguono il car sharing e gli aggregatori. Ancora di nicchia lo scooter sharing.

Questi i principali operatori per ciascun servizio:

  1. Bike Sharing: MoBike (a Milano, Firenze, Torino, Bergamo, Mantova, Pesaro, Bologna e Reggio Emilia), OFO Bike (Milano), BikeMi (a Milano con 150 modelli elettrici dal 2018)
  2. Car Sharing: Enjoy (a Firenze, Milano, Roma, Torino, Catania, Bologna con Fiat 500 e il servizio cargo con Fiat Doblò), Share Now nata a febbraio 2019 dalla joint venture di Car2Go e Drive Now (a Firenze, Milano, Roma e Torino anche con auto elettriche tra Smartfortwo, Smartforfour, Mini e BMW), Share’ngo (Milano, Firenze, Roma, Modena), E-Vai (Milano)
  3. Scooter Sharing: Mimoto (scooter elettrici a Milano e Torino), eCooltra e ZigZag Sharing (Roma e Milano)
  4. Carpooling: Clacsoon e Zego (servizio urbano istantaneo), BlaBlaCar (condivisione di viaggi più o meno lunghi), BePooler, JoJob e Up2Go (carpooling aziendale), Scooterino (mette in contatto chi offre e cerca passaggi in scooter a Roma)
  5. Aggregatori e trip/journey planners, che permettono di trovare e prenotare la migliore soluzione tra car, scooter e bike sharing, taxi e ride sharing e trasporto pubblico: URBI (Milano, Roma, Torino, Firenze), Free2Move (Milano, Torino e Roma), Moovit (in più di 90 province italiane)  

Novità nel panorama milanese è Helbiz che offre il servizio di noleggio di monopattini elettrici, veloci, facili da guidare e molto efficaci per gli spostamenti a corto raggio.

Fonte: osservatoriosharingmobility.it